Da qualche tempo si fa un gran parlare del fatto che moltissime marche primo prezzo o del discount vengono prodotte negli stabilimenti delle marche più famose e costose.
Sono nati siti che divulgato queste informazioni e che si impegnano con petizioni perché l’informazione sullo stabilimento in cui un cibo viene prodotto non venga eliminata dalle etichette ma che rimanga obbligatoria per legge, primo tra tutti io leggo l’etichetta.
Tutto questo è sacrosanto e anch’io sono fermamente convinta che le etichette per legge debbano riportare tutte le informazioni, anzi dovrebbero riportarne di più di quelle attuali, sicuramente non di meno…
Tuttavia oggi voglio raccontarvi cosa mi è successo nei giorni scorsi e porre l’accento su un aspetto a cui di solito non pensiamo, ma cominciamo dall’inizio:
qualche settimana fa ho acquistato una confezione di pasta secca in un discount mediamente famoso, non ho scelto il primo prezzo ma il prodotto di livello più elevato marchiato con l’insegna dello stesso discount, prezzo intorno agli 80 cent per 500 gr.
Non ho guardato lo stabilimento di produzione prima di acquistare, ho comprato e basta.
Nei giorni scorsi ho usato quella pasta e mi sono resa conto che la qualità era piuttosto scadente con il risultato di un’acqua torbida per il rilascio dell’amido e con i pezzi che si sfaldavano anche se non era scotta.
Con quel risultato mi è venuta la curiosità di andare a leggere l’etichetta e il produttore, non te lo posso dire ovviamente cosa c’era scritto sulla confezione (in Italia si rischia la diffamazione anche se si dice la verità…) ma era uno stabilimento e un nome famosissimo e considerato tra i migliori nel nostro paese e non solo.
Siccome la pasta di marca di questo stabilimento l’ho provata in passato so che c’è una bella differenza tra i due prodotti quindi è venuta fuori la considerazione su quanto è più importante la materia prima rispetto allo stabilimento di produzione.
Perché anche se lo stabilimento è lo stesso non è detto che anche le materie prime siano le stesse ed evidentemente in alcuni casi non lo sono e da qui viene il prezzo inferiore.
Sull’onda di questi pensieri mi è venuto in mente una storia personale che chiude il cerchio di questo discorso.
Devi sapere che mio nonno faceva il pasticcere nella vecchia Torino, città rinomata per la qualità della pasticceria, e ha tramandato prima a mio padre e poi a me il suo libricino nero, un librino tutto scritto a mano fitto fitto con le ricette classiche della pasticceria piemontese.
Per ogni ricetta ci sono 3 versioni, la prima è quella extra con ingredienti di primissima qualità, la seconda è la versione media, con una qualità inferiore e già un bel risparmio per il pasticcere, la terza è quella di bassa qualità, ingredienti molto economici per un risultato completamente diverso rispetto al primo anche se la preparazione è la stessa.
Purtroppo non sempre il prezzo finale del prodotto ne indica anche la qualità e viceversa, insomma districarsi come consumatori è proprio difficile e bisogna sempre stare con gli occhi ben aperti e qualche volta anche questo non è sufficiente.
Tu riesci a capire quali sono i prodotti migliori?
Gemma
Io spesso faccio la spesa al discount, non compro tutto tutto ma i prodotti che acquisto sono di qualità e prodotti in aziende che rispettano tutte le procedure di sicurezza alimentare (ho fatto fare dei controlli 🙂 )
Casa Organizzata
@Gemma: ah questo mi interessa, anch’io compro spesso ai vari discount e in genere ho trovato qualità ottima (e la segnalo anche qui sul blog con le “recensione buoni prodotti”).
Ma come hai fatto a far fare i controlli?
Come risparmiare sulla spesa: la Guida Definitiva con i miei 15 trucchi infallibili - Casa Organizzata
[…] prime usate per questi prodotti siano le stesse identiche di quelle usate per i prodotti a marchio (ne parlavo in questo post e si sa che io sono malfidata e sono come San Tommaso) ma in molti casi i prodotti sono ottimi […]