Questo è un blog profondamente “animal friendly”, se mi segui da un po’ ormai l’hai capito!
Purtroppo non è infrequente imbattersi in una cane abbandonato o smarrito (e spesso anche in un gattino).
Figurati che la stima è, solo in Italia, di 100 mila cani e gatti abbandonati ogni anno.
A questi si aggiungono quelli che si smarriscono per motivi vari e che i compagni umani cercano con l’ansia feroce nel cuore finché non tornano a casa (se ti è capitato sai cosa voglio dire).
Se per caso ti capita di incrociarne uno è bene conoscere a menadito quali sono i passi più utili da fare per metterlo subito al sicuro, in più è bene anche conoscere la legge per evitare di andare incontro a problemi legali, anche se involontariamente.
La legge di riferimento è la legge quadro numero 281 del 1991 che indica i passi da fare: la prima cosa è denunciare il ritrovamento alla Polizia Municipale o al servizio veterinario dell’ASL di zona, mentre invece rivolgersi ad un canile o ad un’associazione senza prima la denuncia di ritrovamento non è la mossa giusta, purtroppo le strutture possono intervenire solo dopo la segnalazione alle autorità competenti.
Sarà la Polizia Municipale a richiedere l’intervento dei veterinari ASL che, con l’apposito lettore, possono individuare l’eventuale microchip e rintracciare il proprietario grazie all’anagrafe canina regionale.
Se il cane non ha microchip o è un gatto si occuperanno di portarlo al canile competente.
Se il proprietario si ritrova e ha effettivamente abbandonato l’animale diventa competente l’art. 727 del Codice Penale, chi abbandona un animale è punibile con l’arresto fino a 12 mesi o con un’ammenda da mille a 10 mila euro.
Se invece l’animale è scappato per cause fortuite o per incuria la Polizia Municipale può comminare una sanzione amministrativa da euro 25 a euro 258 per mancata custodia.
Chi non mette il microchip al proprio cane invece rischia una sanzione da 86 a 520 euro.
Per i gatti il microchip non è obbligatorio anche perché non esiste un’anagrafe felina obbligatoria ma solo una facoltativa riconosciuta dal Ministero della Salute e gestita dall’ANMVI.
Anche se esiste una proposta di legge per renderla obbligatoria della deputata Michela Brambilla risalente al 2013 e mai perfezionata.
Negli ultimi anni molti proprietari di gatti hanno deciso di far impiantare il microchip ai propri cuccioli e iscriverli a questa anagrafe felina volontaria e gratuita (salvo il costo del microchip).