Oggi cade la Giornata Mondiale per l’Igiene delle Mani, la comprensione dell’importanza di questo piccolo gesto la dobbiamo ad un medico ostetrico ungherese nel 1800.
In quegli anni moltissime donne morivano di febbre puerperale dopo il parto, la percentuale di mortalità per questa malattia superava il 30% delle partorienti, il dottor Ignaz Philipp Semmelweis capì empiricamente che il contagio veniva causato dalle mani dei medici, che passavano dalle autopsie alle gestanti e da una partoriente all’altra senza lavarsele!
Prescrivendo una scrupolosa igiene delle mani, e successiva disinfezione, ai medici del reparto che dirigeva riuscì quasi ad azzerare le morti per febbre puerperale nel suo ospedale.
Malgrado l’evidenza gli altri medici presero la sua intuizione come un grave affronto e lo osteggiarono in tutti i modi possibili, altro che mobbing odierno…
Perse il lavoro e morì internato al manicomio per colpa della sua geniale intuizione e dei terribili colleghi.
Per fortuna adesso sappiamo che l’igiene delle mani è importantissima in tutti gli ambiti, dalla medicina alla cucina, per evitare contagi e grandissimi problemi.
La teoria la conosciamo ma la pratica poi è un’altra cosa e spesso tendiamo a lavarci le mani meno di quanto dovremmo, per troppo poco tempo oppure nel modo sbagliato.
La mia è un po’ una deformazione professionale e devo ammettere di essere molto fissata su questa cosa, non sapete quanto predico ai miei figli di lavarsi spesso le mani.
Amo guardare le trasmissioni di cucina ma ogni santa volta vedo che la contaminazione crociata è un grandissimo problema anche quando ci sono le telecamere, figuriamoci quando non ci sono. Ogni santa volta vedo qualche chef rompere le uova per una preparazione e poi mettersi a toccare altri ingredienti e attrezzi di tutti i tipi SENZA LAVARSI LE MANI, non riesco a starmene zitta e protesto vigorosamente in direzione della TV, tanto che il mio compagno quasi quasi non mi sopporta più perché è più forte di me e ripeto sempre la mia indignazione per questa cosa 🙂
Le uova sono eclatanti ma recentemente è uscito il risultato di uno studio del Dipartimento Americano di Agricoltura proprio su questo tema e non è incoraggiante.
La ricerca ha messo in cucina 383 persone monitorando un virus innocuo che era stato messo sulla carne che dovevano preparare, con questo virus-civetta hanno potuto rilevare in modo preciso la contaminazione incrociata che, purtroppo, è risultata altissima sia sugli attrezzi di cucina che sugli altri alimenti.
Per farla breve dalla ricerca USA è emerso che oltre il 97% delle persone non si lava correttamente le mani.
Ma come cavolo si devono lavare le mani per essere sicuri di non sbagliare?
Prima di cucinare bisogna togliersi tutti gli orpelli: braccialetti, anelli, orologi e bisognerebbe anche avere le unghie corte e senza smalto.
Il lavaggio delle mani deve essere fatto con sapone e acqua calda prima di cominciare e tra una fase e l’altra del lavoro.
Per asciugarle ci vogliono asciugamani puliti o monouso per evitare la contaminazione crociata.
Anche la fase del lavaggio vero e proprio è fondamentale.
Prima di tutto bisogna bagnare con cura tutta la superficie di mani e polsi, poi bisogna prendere una quantità di sapone (liquido e non solido) sufficiente e fregare bene tutte le parti sia sopra che sotto, tra le dita, sotto le unghie e sui polsi, continuando a fregare per almeno un minuto.
Poi bisogna risciacquare abbondantemente e ricordarsi di chiudere l’acqua con il gomito (altrimenti le mani si sporcano di nuovo) e asciugarle con la salvietta pulita di bucato, oppure monouso.
Se capita di toccarsi vestiti, capelli o altre parti del corpo, se si starnutisce o ci si gratta le mani vanno rilavate prima di riprendere la preparazione alimentare.
Queste sono le norme che chiunque maneggi del cibo (o lavori in ospedale) dovrebbe fare e conoscere a menadito ma anche in casa valgono le stesse regole per evitare contaminazioni.
Se hai dei bambini insegna anche a loro questa tecnica, prendi un timer e imposta i 60 secondi ogni volta che vi lavate le mani, così diventerà un’abitudine e gli sarà facile, anche quando si devono lavare le manine da soli, capire quanto tempo devono insaponarle prima di risciacquarle.
E’ un insegnamento piccolo e semplice, ma gli servirà per la vita.