Gli oleoliti sono macerati di erbe in olio vegetale che funge da solvente, dentro l’olio si sciolgono tutte le sostanze liposolubili che così passano dalla pianta al nostro solvente oleoso regalandogli le loro proprietà medicamentose.

Tra le sostanze liposolubili ci sono ovviamente gli oli essenziali, insieme a molte altre.

Io li preparo solo con olio extravergine d’oliva (ormai lo sai che per me questo è l’olio vegetale migliore per quasi tutto).

Il momento migliore per fare questo tipo di preparazione è tra la primavera, l’estate e l’autunno, quando le erbe hanno il massimo contenuto di oli essenziali e e sono vicine alla fioritura.

Ci sono tre procedimenti per fare gli oleoliti e sono tutti e tre così semplici che si possono fare tranquillamente a casa seguendo poche regole, il procedimento con cui si forma l’oleolito si chiama “digestione”.

Andiamo a vedere insieme i tre metodi.

1. Digestione a freddo

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Questo sistema è il più semplice ma anche il più lungo.

Bisogna mettere l’erba sminuzzata, secca o fresca a seconda del tipo, in un recipiente di vetro sterilizzato.

Si copre con olio vegetale, si tappa e si lascia riposare per un minimo di 40 giorni , scuotendo la bottiglie 2-3 volte a settimana.

Al termine del periodo si filtra l’olio schiacciando bene la parte vegetale e poi eliminandola.

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Se l’olio vegetale di base non è tra quelli che irrancidiscono facilmente l’oleolito si conserva tranquillamente per 12 mesi, fino al prossimo raccolto di erbe, in una bottiglia di vetro scuro per proteggerlo dalla luce.

Autoproduzione: cosa sono gli oleoliti e come farli a casa

2. Digestione a calore solare

Questo secondo metodo è un pochino più veloce ma si può fare solo usando oli vegetali di base che non sono termolabili.

Ancora una volta l’olio extravergine d’oliva è una delle scelte migliori.

L’inizio del procedimento è identico a quello per la digestione a freddo, si mettono le erbe sminuzzate in un contenitore di vetro sterilizzato, si coprono di olio schiacciandole bene, si tappa, si copra il scherma il contenitore con carta stagnola e durante il giorno si espone la bottiglia al sole, durante la notte si ripone in casa.

La digestione in questo caso da da 15 a 40 giorni circa a seconda del tipo di erba. Al termine come sempre si filtra l’olio, si invasa in contenitore scuro e si conserva per 12 mesi.

3. Digestione a bagnomaria

Questo ultimo procedimento è più veloce perché aumenta la temperatura di riscaldamento e quindi è ancora più importante scegliere un olio non termolabile e può essere usato solo con piante che non vengono inattivate dal calore, ad esempio lo zenzero e il pepe.

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Ancora una volta il procedimento iniziale è lo stesso degli altri metodi: l’erba si mette in un contenitore di vetro sterilizzato, si copre di olio e il vaso di vetro si mette dentro ad una pentolino di acciaio un po’ più largo con 2-3 dita di acqua sul fondo.

Si accende il fuco sotto al pentolino al minimo e si lascia sobbollire scoperto pestando un po’ e mescolando erba e olio ogni tanto, per 3-4 ore.

Al termine si spegne il fuoco, si lascia raffreddare e poi come al solito si filtra e si invasa in una bottiglia di vetro scuro.

La conservazione è sempre almeno di 12 mesi.

Se l’oleolito irrancidisce va eliminato anche prima dei 12 mesi.

Questi macerati in olio possono essere usati così come sono per massaggi e impacchi a seconda delle proprietà dell’erba contenuta, possono essere addizionati di oli essenziali per arricchirli e possono essere usati in altre preparazioni, ad esempio aggiunti a creme e unguenti per aggiungere particolari proprietà ai primi.

In questo momento sto preparando un oleolito di Melissa con la digestione a bagno maria, vado a controllare a che punto è e ti auguro buone autoproduzioni.