Oggi ho voluto sperimentare un po’ e visto che i miei figli mi fanno ancora storie a mangiare le verdure ho preparato gli spaghetti di zucchine al ragù.
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Oggi ho voluto sperimentare un po’ e visto che i miei figli mi fanno ancora storie a mangiare le verdure ho preparato gli spaghetti di zucchine al ragù.
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La pasta frolla è fantastica, io la adoro ma è un po’ grassa e calorica con tutto il burro che contiene.
La mia ricetta alternativa è di eliminare il burro e usare lo yogurt, in questo modo le calorie e i grassi saturi vengono ridotti quasi a zero e quindi via libera con torte e dolcetti fatti in casa.
Facilissima da preparare si può impastare in anticipo e conservare il frigorifero, dentro alla pellicola trasparente, per 48 ore. Oppure si conserva in freezer fino a due mesi e si scongela in frigorifero qualche ora prima di usarla. In questo modo è sempre pronta.
Ora ti spiego come si fa questa genialata:
– 500 gr di farina a piacere
– 250 gr di zucchero
– 250 grammi di yogurt bianco
– 1 bustina di lievito vanigliato
– 2 uova
– buccia di limone grattugiata (solo la parte gialla)
In una ciotola capiente amalgama l’uovo e lo zucchero con le fruste a mano, aggiungi lo yogurt e miscela ancora.
Quando il tutto è bel amalgamato e spumoso aggiungi la farina con il lievito e le zeste di limone grattugiate fini. Rovescia sul tavolo e impasta velocemente fino a formare una palla soda e omogenea. Poi metti l’impasto dentro la pellicola da cucina e lasciala in frigorifero per almeno mezz’ora (se la lasci più tempo è meglio) perché dovrà essere molto fredda prima di poterla stendere. Se hai proprio poco tempo lasciala un po’ in freezer per farla raffreddare meglio.
Adesso crostate e biscotti per tutti, anche chi è a dieta stretta!
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Le uova sono buone e fanno bene, contengono tante vitamine e biodisponibili e sono tra le fonti proteiche migliori.
E’ ormai sfatato il mito che troppe uova facciano male, nelle persone sane non danno problemi di nessun genere ma è importante che siano uova fresche e genuine, purtroppo in molti casi viene prima il profitto della qualità e quindi bisogna imparare a sceglierle molto bene quando siamo nei negozi o al supermercato.
Per prima cosa è importante fare attenzione alla confezione: meglio scegliere quelle di cartone per due motivi, prima di tutto non c’è il rischio che si formi della condensa all’interno che rovina la qualità delle uova, in seconda battuta sono più ecologici e possono essere riutilizzati in tanti modi divertenti, ad esempio per creare un piccolo set per il cucito o tante altre cose utili e divertenti.
La seconda cosa da controllare è la freschezza delle uova, con la data di scadenza insieme alla data di deposizione, le uova invecchiano molto velocemente e già dopo soli 9 giorni dalla deposizione tanti nutrienti utili al nostro organismo se ne sono andati. Meglio scegliere le uova che sono state deposte da pochi giorni e sono indicate con la categoria A extra. Se le uova hanno già 20-25 giorni (calcolati dalla data di deposizione) è meglio non consumarle crude o poco cotte.
Per legge sulle uova, proprio sopra il guscio, viene impresso un codice alfanumerico e invece di leggere quello che è scritto a caratteri cubitali sulle confezioni e meglio imparare cosa ci racconta questo codice che non mente mai (salvo nei casi di frodi alimentari, ma quella è un’altra storia).
Ecco un esempio di questo codice: 0 IT 124 GE 004
Il primo numero del codice indica il tipo di allevamento:
– 0 corrisponde ad un allevamento biologico, dove le galline sono allevate all’aperto e sono nutrite solo con mangimi biologici e senza l’aggiunta di medicinali o sostanze artificiali.
– 1 corrisponde ad allevamento all’aperto ma senza attenzione a mangimi biologici e sostanze artificiali.
– 2 corrisponde ad allevamenti “a terra” che però vengono fatti in capannoni illuminati artificialmente, nessuna attenzione al mangime e con spazi limitati.
– 3 corrisponde ad allevamenti in gabbia, dove le galline vengono tenute in gabbie anguste e spesso vengono usate pratiche violente perché non possano ferirsi tra loro con artigli e becchi. Ovviamente queste uova sono anche quelle meno ricche di nutrienti perché le condizioni di allevamento sono fondamentali non solo per la salute e il benessere delle galline ma anche per la nostra.
Inutile che ti dica che le uova che prendo in considerazione sono quelle con il numero 0 oppure 1, purtroppo al supermercato le uova con il codice 0 sono molto difficili da trovare e non sempre riesco a passare dal negozio specializzato, ma evito rigorosamente le uova con il codice 2 e 3…
La seconda parte del codice alfanumerico ci dice da dove arrivano le galline, quindi IT per l’Italia.
Subito dopo si trovano 3 numeri che indicano il codice Istat del comune di produzione e ancora dopo c’è il codice della provincia di produzione.
L’ultima cifra composta ancora da 3 numeri indica il codice univoco dell’allevamento di provenienza.
Se hai comprato delle uova ma non sei sicura che siano fresche c’è un trucco che usavano le nonne per scoprirlo: metti in un recipiente un litro di acqua salata (con un cucchiaio di sale) a temperatura ambiente. Fai sciogliere il sale e metti nell’acqua l’uovo.
Se va a fondo vuol dire che è freschissimo, più invecchia e più tende a venire a galla, se affiora in superficie ci sono ottime probabilità che non sia più commestibile.
Questo trucco ha ovviamente anche una base scientifica, l’uovo vecchio resta a galla perché la camera d’aria che contiene aumenta man mano che il tempo passa rendendolo più leggero dell’acqua salata.
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C‘è un tipo di pasta che è perfetta come base per torte salate e anche dolci in alcuni casi (basta ridurre la quantità di sale e aggiungere un pochino di zucchero) è la pasta Brisée tipica della cucina francese ma incredibilmente facile da preparare.
La ricetta originale si fa con burro, farina, acqua fredda frizzante (molto fredda) e un pizzico di sale.
La mia versione al posto del burro prevede l’olio extravergine d’oliva e se la voglio fare più gustosa sostituisco il vino bianco secco meglio se frizzantino tipo prosecco o spumante (sempre molto freddo) all’acqua.
La preparazione richiede meno dei cinque minuti che ho dichiarato nel titolo e se hai voglia di imparare una preparazione di base utile per tante preparazioni ecco qui i miei segreti per una pasta Brisée perfetta anche senza burro:
1. prima di tutto le dosi, ogni 250 grammi di farina ci vogliono 5 cucchiai di olio extravergine e mezzo bicchiere di acqua (o vino) e un pizzico di sale. Se invece vuoi fare una pasta dolce metti solo mezzo pizzico di sale più due cucchiaini di zucchero.
2. i liquidi devono essere molto freddi, meglio se metti l’acqua (o il vino) e l’olio per una decina di minuti nel freezer prima di metterti a preparare la pasta.
3. In una ciotola capiente metti prima la farina e il sale e mescola bene, poi aggiungi l’olio e miscela ancora finché l’impasto comincia ad agglomerarsi e sembra “sbriciolato” e solo a quel punto è il momento di aggiungere l’acqua (o il vino) piano piano, un cucchiaio per volta, finché non si forma un bell’impasto liscio e sodo. Impasta molto brevemente poi metti la palla in frigo, ben coperta con la pellicola, per 30-40 minuti prima di stenderla.
Io ci faccio un sacco di cose compresa la torta di zucchine che vedi qui sotto. Buona buona.
By Casa Organizzata in ECO_genitori, ECO_logica, Post sponsorizzato No Comments Tags: acari, acari della polvere, allergie, aspirapolvere, divano, Dyson, elettrodomestici, imbottiti, materasso, Parassiti, sponsor, tappeti
Oggi ti parlo di acari, quei microscopici parassiti che si annidano in ogni dove nelle nostre case!
L’idea comune è che siano soprattutto nella polvere visibile, quella che si vede sui mobili e sui pavimenti, essendo visibile sembra facile eliminarla, si passa l’aspirapolvere o lo straccetto umido e poi via a lavare con i detersivi più aggressivi che conosciamo, così abbiamo l’idea che sia tutto “sterilizzato” e invece ci sbagliamo clamorosamente.
Togliere la polvere visibile va bene, disinfettare va bene ma meglio non esagerare, il problema è che gli acari si annidano soprattutto nei posti che noi amiamo di più e su cui ci stendiamo voluttuosamente: sugli splendidi tappeti, nei materassi, nei cuscini e nei morbidissimi divani su cui guardiamo la TV appisolandoci frequentemente (e non dirmi che non ti capita di appisolarti ripetutamente sul divano perché lo so che succede anche a te…).
Ma torniamo ai nostri acari, quei tremendi esserini si nascondono proprio dentro gli imbottiti e si nutrono delle scorie della nostra pelle (orrore massimo). Gli esperti dicono che in ogni materasso se ne possono annidare 2,2 milioni e ognuno di essi produce fino a venti escrementi al giorno.
Ed è proprio nella “cacca” degli acari che si annida il pericolo più grande (se non bastasse già lo schifo che ci assale a leggere queste cose): la cacca di acaro contiene una proteina che può farci venire delle importanti reazioni allergiche , le reazioni più frequenti sono asma, eczema e rinite allergica e ovviamente i più sensibili sono i bambini.
Sai quanti siamo in Italia ad essere allergici agli acari? I soliti esperti dicono che siamo 12 milioni e il peggioramento della sintomatologia è spesso collegata al contatto con il letto anche se non ce ne rendiamo conto e ci sembra assurdo passare l’aspirapolvere proprio sui materassi…
Insomma, tutto questo cappello introduttivo per raccontarti che ho provato il nuovissimo aspirapolvere cordless Dyson che è proprio nato per aspirare polvere e allergeni dai materassi, dagli imbottiti e dai tappeti.
Quando è arrivata la scatola la prima cosa che ho penato è che è proprio piccolo e leggero, per me che ho poco spazio e odio faticare con gli elettrodomestici a traino pesanti e ingombranti è perfetto questo V6 Mattress.
Dentro la scatola è tutto piccolo e compatto, gli accessori sono quelli che servono, niente di più e niente di meno: la mini-turbo spazzola, quella con le setole verdi, quella specifica per eliminare gli acari dagli imbottiti e due altre bocchette.
La cosa più importante è quella che non si vede: il Filtro aggiuntivo post motore che le particelle piccole fino a 0.3 micron come muffa, batteri, polline e fumo, il risultato è che gli aspirapolvere Dyson emettono aria più pulita di quella che respiriamo, niente a che vedere con gli aspirapolvere classici che sparano fuori sul retro oltre all’aria anche un sacco di particelle nocive, in pratica noi aspiriamo dal davanti e loro che le sparano dappertutto con l’aria emessa sul retro e rilasciano anche una gran puzza. Questo con Dyson non succede, niente puzza e niente porcherie escono più fuori.
Insomma, non stavo più nella pelle e cinque minuti dopo averla aperta mi sono messa a fare una prova sul campo: ho aspirato il lettino di mio figlio grande, tra l’altro lui ha un materasso nuovo comprato da pochi mesi..
Qui sotto puoi vedere quello che ho trovato dopo pochi minuti di aspirazione. Immediatamente dopo ho passato completamente il materasso semi-nuovo, poi mi sono messa ad aspirare quello di mio figlio piccolo e anche il mio matrimoniale e ho già messo in programma di rifarlo spesso, almeno una volta al mese ma aumentando la frequenza in estate e in autunno quando gli acari sono di più (anche questa cosa l’ho scoperta grazie agli esperti e mannaggia agli acari!).
C’è un’altra cosa che ho scoperto grazie agli studi degli esperti e che mi inquieta anche più degli acari: gli scienziati giapponesi hanno fatto delle ricerche specifiche sui materassi e hanno rilevato che più del 90% dei letti contiene acari ma soprattutto che più del 50% dei materassi presenta tracce di insetti come Psocoptera (che sarebbero quelli chiamati “pulci o pidocchi dei libri”), insetti della farina, bachi da seta, tarlo del tabacco, scarafaggio tedesco e scarafaggio americano.
Non credo che siamo a quei livelli qui a casa, però ho capito l’antifona, finché non impariamo a dormire su una tavola di legno bisogna aspirare tutti gli imbottiti con cura.